20 October 2022 Lettura 4'

Com’è nata l’idea di Midori?

Abbiamo sempre avuto un canale in cui condividevamo ispirazioni che trovavamo dalle nostre ricerche. L’idea di creare una newsletter di studio ci piaceva ma non volevamo fosse troppo autoreferenziale o che si limitasse a promuovere i nostri lavori, perciò oltre ai progetti abbiamo iniziato a raccontare quello che accadeva in studio, chi vinceva alle partite di Mario Kart in pausa pranzo o quale caffè andava per la maggiore.

Abbiamo aperto le porte di Shiroi.

Sì, invece di condividerlo tra noi dieci, lo abbiamo fatto con altri mille. Inizialmente la inviavamo alla nostra audience: clienti e colleghi. In seguito sono nate le collaborazioni, la prima è stata con The Visual Agency, che ci ha permesso di crescere organicamente. 


Se le newsletter fossero anni, quanti ne avrebbe Midori?

A oggi sessantadue, portati benissimo. Mi sembra assurdo aver fatto così tante illustrazioni e così differenti l'una dall'altra.

Tutte le sessantadue newsletter avevano delle illustrazioni?

Le prime no, abbiamo iniziato con delle illustrazioni, in seguito siamo passate alle gif e poi siamo tornate di nuovo alle illustrazioni perché le pubblicazioni sono aumentate da una a due al mese.

Davvero? Non mi ricordavo delle gif.

Erano le illustrazioni dalle forme più geometriche per creare animazioni semplici e immediate. Con l’aumentare delle newsletter ho preferito proporre illustrazioni statiche dalle linee più morbide e accoglienti.

 

Midori ha sempre avuto questo tono di voce? 

Con il tempo anche l'illustrazione ha trovato il suo stile. 

Come il tono di voce, in principio risultava quasi antipatica come personaggio perché attraverso il testo non si intravedevano le sfaccettature del suo carattere.

Perché scrivevo io che sono antipatica!

Ahah, non è vero, credo sia un discorso di complessità del personaggio. Midori ha le sembianze umane, doveva essere più articolata di quello che in realtà appariva per risultare autentica.

Sì mi ricordo quando l'avevamo delineata solo a parole, era "la collega precisina".

 No, era solo una brava lavoratrice.

Esatto ma non sembrava reale. Per cercare l’autenticità ho tentato di strutturare un tono più caldo e spiritoso, ed ecco che sono comparsi giochi di parole, locuzioni e citazioni. Ora da una parte esprime la sua componente educativa, dagli abstract sintetici che vanno dritti al punto, dall’altra strizza l’occhio al lettore, mostrando le sfaccettature del suo carattere. 

Ma secondo me anche perché io ed Elisa siamo entrate nel progetto in corsa, magari all'inizio dovevamo trovare anche il nostro spazio al suo interno.

È vero, ogni creativo cerca di lasciare un po’ di se stesso in ogni progetto.


Come abbiamo contribuito a renderla nostra?   

Ricordo che la prima modifica che ho apportato al progetto, senza che mi venisse richiesta, riguardava gli sfondi. Ho iniziato a utilizzare le gradazioni di colore, grazie all’utilizzo di un pennello che crea sfumature particolari sulle quali vado a intervenire. In questo modo riesco a rendere l’illustrazione più dinamica, senza compromettere la sua complessità, in fin dei conti lo spazio è ridotto. 

Inizialmente i colori che avevamo scelto erano sempre e solo due: il verde, da cui prende il nome Midori, che in giapponese significa per l’appunto “verde”, il blu e il bianco, che rimandano ai colori di Shiroi. Solo dalla numero dieci abbiamo iniziato ad ampliare la nostra palette.

Forse avevamo bisogno di tempo per comprendere meglio la natura del progetto e capire di cosa aveva bisogno per diventare definito.


Come scegliamo i contenuti?

Anche per la ricerca dei contenuti, prima di decidere d'inserirlo nella rubrica UX o in quella di codice mi chiedevo se potesse davvero interessare a qualcuno. Poi la gente ha iniziato a cliccare e non poco. Non abbiamo un’audiance enorme, in compenso il click rate è molto alto, quasi il 50%, considerando che la media su mailchimp è del 24% è un buon risultato. I link preferiti sono i tools, come le repository d'icone, le banche immagini, i correttori ortografici e molti altri strumenti utili. In parte baso la mia selezione anche sulle metriche, un articolo se è troppo lungo o vago non lo seleziono, non propongo “Le basi della UX”.

Io prediligo proporre link più ricchi di contenuto perché mi aspetto che un articolo risponda a più domande possibili sul tema scelto.

Anche io preferisco le ispirazioni immediate, come siti web accattivanti o grafiche memorabili.

Perché cerchiamo cose diverse, forse i nostri differenti ruoli ci permettono di creare una selezione più varia e articolata.

Chi risponde

Eleonora Cittadin

UX/UI designer

Flora Facchi

Illustrator / UI designer

Elisa Lightowler

Copywriter

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